Poeta, pittrice e traduttrice

Una delle voci più singolari della letteratura catalana contemporanea.
 

FELÍCIA FUSTER

(Barcellona 1921 – Parigi 2012)

Poetessa, pittrice e traduttrice, Felícia Fuster è una delle voci più particolari della letteratura catalana contemporanea. Decide di rendere pubblica la sua opera in piena maturità, durante gli anni Ottanta e Novanta, e nel giro di poco tempo riceve il sostegno e la complicità sia di altri poeti che della critica. Nel 1984, dopo averla scoperta, Maria-Mercè Marçal scriveva: “È difficile, sicuramente impossibile spiegare questo strano fenomeno, magnetico o magico che fa sì che delle parole, delle frasi di qualcuno a noi completamente sconosciuto, senza volto, senza età, senza contorni, senza paesaggi se non quelli del suo mondo immaginario e verbale, ci possano catturare con tanta forza”. Residente a Parigi sin dagli anni Cinquanta affermava che “l’importante è l’arte e la lingua.” Tutta la sua opera è caratterizzata da una forte personalità -di donna faber come si definiva lei stessa con un tono ironico- e dall’anelo di libertà che si respira in tutti gli ambiti della sua vita.

Partendo da questo principio di libertà, sviluppa un’opera plastica che, come afferma Arnau Puig “è fatta di azioni creative che meritano tutta l’attenzione perché in ogni momento percepiamo l’intenzione di creare mondi e realtà

inediti propri dell’arte”. Viene prima influenzata dall’informalismo astratto e dall’espressionismo nordamericano e a partire dagli anni ’70 realizza la sua opera più conosciuta e innovativa: le “Abstraccions líriques” e le “Plurivisions”, piccole cosmogonie in movimento.

La sperimentazione ispira anche la sua opera poetica. Fuster scrive dell’introspezione esistenziale con un alto grado di esigenza basato sulla ricerca della parola. È così che in breve tempo la sua opera passa dall’avanguardia europea (da Salvat-Papasseit a René Char) alla tradizione d’Oriente, concretamente la poesia giapponese moderna della quale è anche traduttrice. Un’esperienza che si materializza in una scrittura caratterizzata dalla vitalità, dal desiderio di evoluzione e dal suo impegno verso il mondo.Sebbene indipendenti e chiaramente autonome, il dialogo tra l’opera pittorica e quella letteraria è costante. Leggerla o contemplarla diventano due azioni intercambiabili che collocano Felícia Fuster nella tradizione dei poeti-pittori catalani del XX secolo.

Va donar a conèixer la seva obra en plena maduresa, als anys vuitanta i noranta, i amb poc temps va comptar amb la complicitat tant dels poetes com de la crítica. Instal·lada a París des dels anys cinquanta, considerava que “l’important és l’art i la llengua.” Tota la seva obra es caracteritza per una forta personalitat –de dona faber com es definia ella mateixa amb cert to irònic– i per l’afany de llibertat que va desplegar en tots els àmbits de la seva vida.
Des d’aquest principi de llibertat, va desenvolupar una obra plàstica “feta d’accions creadores” –en paraules d’Arnau Puig– “que mereixen tota l’atenció perquè en tot moment, hi percebem la intenció d’elaborar mons i realitats inèdites, que és el que escau a l’art”. Influïda primer per l’informalisme i l’expressionisme abstracte nord-americà, és a partir dels anys 70 que realitza la seva obra més reconeguda i innovadora: les Abstraccions líriques i les Plurivisions, petites cosmogonies en moviment.

L’experimentació també informa la seva obra poètica. Fuster escriu des de la introspecció existencial i amb un alt grau d’exigència basat en la investigació de la paraula. Així, en un curt període de temps, la seva obra transcorre de l’avantguardisme europeu (de Salvat-Papasseit a René Char) a assumir la tradició d’Orient, en concret la poesia japonesa moderna, de la qual també és traductora. Una experiència que fructifica en una escriptura que es pot definir de vital, d’avançada i pel seu compromís amb el món.